Il Fascismo ha mostrato anche a Ischia le sue contraddizioni. Da un lato gli interventi sul territorio (le infrastrutture, l’istituzione dell’EVI nel 1939), dall’altro censura e violenze già nei primi anni di dittatura. Illuminanti in questo senso una serie di vecchi articoli di giornale apparsi su L’Unità e il Corriere della Sera tra il 1924 e il 1925, che mostrano come la repressione fascista contro gli oppositori al regime segnò anche il territorio isolano.
Violenza Fascista a Ischia: 8 settembre 1924

L’8 settembre 1924, finiva male – anzi, malissimo! – la costituzione del Comitato delle Opposizioni a Ischia. Come riportava L’Unità del giorno seguente, gli squadristi fascisti si misero di traverso creando molto trambusto, dallo sbarco a Forio fino al viaggio di ritorno sul piroscafo.
Al porto di Forio, appena scesi dal piroscafo partito da Napoli, i vari rappresentanti venivano “accolti calorosamente” dagli squadristi fascisti. A fatica, grazie all’intervento dei Carabinieri, il gruppo antifascista riuscì a raggiungere il locale dove si sarebbe dovuta tenere la riunione. A discussioni iniziate, gli squadristi tornavano alla carica: pochi gli agenti a difesa degli oppositori, la cui riunione veniva così compromessa dalle continue urla.
Anche il viaggio di ritorno fu costellato da insulti e minacce. Alla partenza del piroscafo, si staccavano dalla riva una serie di imbarcazioni piene di fascisti che, però, vennero prontamente bloccati dalle forze dell’ordine dopo uno scontro in mare.
Ma non finiva qui, perché gli scontri più pesanti avvennero sul piroscafo in direzione Napoli. Una trentina di fascisti riuscirono infatti a imbarcarsi, dichiarando di dovere tornare in terraferma. Su questo episodio entrava nei particolari il Corriere della Sera del 9 settembre 1924: sul piroscafo i trenta fascisti “armati di bastoni e pugnali” si scagliarono contro gli oppositori, tra cui spiccavano il deputato Marco Rocco (già sindaco di Casoria) e il repubblicano avv. Ingangi, mutilato di guerra. Proprio quest’ultimo venne minacciato di morte da uno squadrista armato di coltello. L’assalitore fu a stento trattenuto dagli ufficiali di bordo.
Fondamentale, poi, l’intervento dei carabinieri che condussero i fascisti a prua e del capitano che avvisò la capitaneria di porto, così da organizzare i rinforzi in terra napoletana ed evitare ulteriori scontri allo sbarco. Le vittime si recarono poi in questura per denunciare i fatti.
Gli scontri tra fascisti e oppositori non si fermarono qui

Appena due giorni dopo, come riportava il Corriere della Sera, ci furono altri episodi di violenza che videro protagonisti fascisti e oppositori sul territorio di Ischia. Il giornale milanese specificava che tra le due fazioni ci fu “una vera e propria battaglia a colpi di bastone, con sparo anche di qualche colpo di rivoltella”. Alla luce di questi nuovi tafferugli, venne disposta la partenza di 50 carabinieri agli ordini di un commissario.
Non aderisce al fascismo, sciolto circolo cattolico a Forio
Nell’agosto 1925, il Circolo operaio cattolico di Forio veniva sciolto per aver rifiutato di aderire al movimento sindacale fascista. Applicato l’articolo 3 della legge comunale e provinciale, con la seguente motivazione: “Falsando gli scopi della istituzione faceva opera politica con grave pericolo per l’ordine pubblico”. La notizia trovava risalto su ‘L’Unità’ del 21 agosto 1925