La festa di San Giovanni Battista a Buonopane, in programma ogni 24 giugno, mostra il profondo legame che intercorre tra l’isola di Ischia e i santi. Dalla prima metà di giugno e fino al tanto atteso giorno conclusivo, il 24 per l’appunto, gli abitanti della frazione di Barano d’Ischia omaggiano al meglio il santo nella parrocchia di San Giovanni Battista, nella piazza del paese e anche in zone interne come Candiano. In programma messe, l’intronizzazione del santo a metà giugno, processioni e festeggiamenti nel segno – soprattutto nella giornata clou – di bancarelle, luminarie e spettacoli tradizionali come la ‘ndrezzata e A vattut’ e ll’astreche.
Un evento molto sentito, annoverabile tra le feste e le sagre più amate da turisti e isolani. Protagonista un santo che a Buonopane, soprattutto in passato, era al centro di episodi tra folklore, cristianità e superstizione. Episodi tramandati nei secoli che mostrano il rapporto particolare che gli ischitani hanno con i santi, “umanizzati” e in taluni casi dai tratti vendicativi, con rimandi più o meno chiari a tradizioni (e mitologie) greche e romane.
In questo senso, bisogna sottolineare che soprattutto in Europa il culto di San Giovanni Battista rappresenta un ponte tra paganesimo e cristianesimo. Questo alla luce dello stretto rapporto tra il santo profeta e Gesù Cristo e di credenze millenarie (come le usanze legate al solstizio d’estate, tra riti nel segno di fuoco, erbe e – guardando a Ischia e dintorni – le noci per il nocino).
Le storie di Buonopane legate a San Giovanni Battista. Il “protettore” del vino
In questo turbinio di tradizioni eterogenee, non sorprende che i buonopanesi – popolo noto per la ‘ndrezzata e per il suo legame con la terra – mettano San Giovanni Battista al centro di storie incentrate sulla produzione del vino. I tre brevi episodi che vi proponiamo sono tratti da “Buonopane, folklore e memoria”, un lavoro lodevole a cura della scuola media di Barano nella seconda metà degli anni novanta.
La storia (o leggenda, fate voi) più interessante è quella che parla di un forte temporale che si abbatté sull’isola verde proprio durante la festa patronale. I fedeli buonopanesi portarono la statua di San Giovanni in una cantina per proteggerlo dalla pioggia. Da qui la derisione dei vicini abitanti di Fontana, secondo cui il santo venerato a Buonopane era in realtà un ubriacone (!). La reazione della divinità non si fece attendere: quell’anno la peronospora (pronospera) colpì pesantemente le viti di Fontana, mentre a Buonopane ci fu una abbondante raccolta d’uva.
Si spiega così l’usanza di incollare l’immagine del santo sulla botte per proteggere il vino. Una tradizione viva ancora oggi in alcune cantine della frazione di Barano.
Niente offerte? E allora perdi il vino!
In un altro caso, si fa riferimento alla classica questua per finanziare le celebrazioni in onore del santo. Tra le varie iniziative, il comitato si recava nelle cantine per chiedere gratis il vino da vendere durante la festa di San Giovanni. Tutti diedero il loro contributo tranne un viticoltore buonopanese. Dopo il netto rifiuto, l’uomo vide il suo vino fuoriuscire dalle botti come se fossero bucate. Litri e litri di vino andarono persi e il flusso si fermò solo a seguito dell’offerta di questo ischitano che osò sfidare San Giovanni Battista.
Sempre legato al mito della mancata offerta, da menzionare il caso di una figlia fedele che si affidò al santo per porre rimedio alla strafottenza del padre. Quest’ultimo non aveva alcuna intenzione di offrire il vino per la festa e, dal momento del rifiuto, non riusciva a trovare un allevatore che potesse mettergli a disposizione un mulo per trasportare l’uva. Una famiglia intera rischiava così di compromettere la vendemmia per la mancanza di mezzi di trasporto.
La figlia, disperata, si ingegnò ma trovò solo un uomo di Barano che, per impegni presi precedentemente, poteva venire in soccorso solo se all’indomani avesse piovuto (non potendo andare a lavorare, in tal caso, in un terreno raggiungibile tramite un sentiero scosceso). Grazie alle insistenti preghiere a San Giovanni, nonostante il bel tempo dei giorni precedenti, quando fece notte ebbe luogo un violento temporale e si poté inaspettatamente utilizzare il mulo. Da lì in poi, dopo il racconto della figlia sul miracolo del santo che fece venire a piovere, il padre si convinse a donare sempre il vino per la festa di San Giovanni Battista. Una festa ancora oggi molto sentita, nel segno di tradizioni centenarie e della inimitabile ‘ndrezzata.