Quando Ferdinando IV esclamò: «Sì, ma Ischia è un’altra cosa!»

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Ferdinando IV di Napoli (1751-1825) – noto anche come Ferdinando I di Borbone – fu a più riprese ospite a Ischia, isola di cui pian piano si innamorò. Nel 1783 decise di raggiungere lo scoglio per fare visita al conte Rosaumoski, qui per usufruire delle cure termali. Il 2 agosto di quell’anno salpò a Ischia, salutato da mortaretti e cannoncini, accolto da eletti, vescovo e funzionari; al sovrano furono offerti sogliole, triglie, aragoste, ricci, acque gelate, neve per il calore di quei giorni, vino, carne, frutta e ancora pesce. Il re fu colpito dalla piazza di Celsa perché lastricata e per la doppia fila di alberi.

Ferdinando, attraversando la Mandra, si diresse poi verso la palazzina costruita da Francesco Buonocore e in quel momento proprietà del nipote Crescenzo: era lì che alloggiava anche il conte Rosaumoski. Fu molto colpito dalla palazzina per la posizione dominante il lago e il mare, sia per la sua fattura.

LA VISITA NEL 1784. Dopo una lunga sosta sulla sua imbarcazione nel mare d’Ischia, la sera del 25 luglio 1784 il re si spostò alla palazzina dei Buonocore. Il mattino dopo scese al lago e prese parte ad una battuta di pesca (il lago fu riempito di pesci per l’occasione), poi ci fu la caccia dei conigli (prelevati dal Castello e portati a Villa Bagni): in entrambi i casi, da quanto raccontano le cronache del tempo, il re si distinse per buone abilità, pescando un cefalo di grandi dimensioni e uccidendo ben 30 conigli.

Quando tornò a bordo, come già successo al suo arrivo nei giorni precedenti, il re ricevette pane, frutta e pesci (il preferito era il pesce spada maschio). Il sovrano rimase particolarmente colpito da Ischia e dalle tante attenzioni degli isolani: prima di partire, a chi gli parlava del palazzo di Procida e della bella aria del posto, rispose senza dubbi: «Sì, ma Ischia è un’altra cosa».

Successivamente il re chiese per sé il Lago: la città di Ischia glielo donò, ma ciononostante il sovrano volle corrispondere 60 ducati annui.

Fonti:
G.G. Cervera – Cronache del ‘700 ischitano

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