LA STORIA ERUTTIVA DELL’ISOLA D’ISCHIA

L’isola d’Ischia rappresenta la porzione sommitale di un apparato vulcanico alto circa 900 m dal fondo del mare. Essa copre un’area di circa 46 km2 e raggiunge un’altezza massima di 787 m s.l.m., in corrispondenza del M. Epomeo, situato nella parte centrale dell’isola. L’isola è costituita da rocce vulcaniche, da depositi di frane e, subordinatamente, da rocce sedimentarie terrigene e l’attività vulcanica è connessa con le fasi tettoniche a carattere distensivo che hanno caratterizzato l’evoluzione del margine tirrenico della catena Appenninica tra il Pliocene ed il Quaternario.

Ischia è stata caratterizzata da diversi periodi di attività ed ha dato luogo anche a grandi eruzioni esplosive, come quella del Tufo Verde del M. Epomeo verificatasi circa 55.000 anni dal presente. L’ultima eruzione è avvenuta nel 1302 ed ha portato alla formazione della colata dell’Arso.

Storia geologica ed evoluzione del sistema magmatico

Tratto dal sito dell'OSSERVATORIO VESUVIANO
Tratto dal sito dell’OSSERVATORIO VESUVIANO

L’età di inizio dell’attività vulcanica sull’isola non è precisamente noto, infatti le rocce più antiche datate, che non sono le più antiche in affioramento, hanno un’età di 150 ka ed appartengono ad un complesso vulcanico attualmente in parte eroso e ricoperto dai prodotti dell’attività più recente. I resti di quest’apparato si rinvengono nel settore sud-orientale dell’isola. I prodotti dell’attività successiva alla formazione di questo complesso sono costituiti da piccoli duomi lavici a composizione trachitica e fonolitica. Questi duomi (Campagnano, M. Vezzi, M. Barano, Punta della Signora, Sant’Angelo, Punta Chiarito, Capo Negro, Punta Imperatore, M. Vico e l’isolotto del Castello d’Ischia) sono situati lungo le coste dell’isola ed hanno un’età compresa tra 150 e 74 ka. Il periodo seguente di attività vulcanica fu caratterizzato da numerose eruzioni esplosive di energia variabile, separate nel tempo da periodi di quiescenza di diversa durata, e culminò con l’eruzione del Tufo Verde del M. Epomeo avvenuta 55 ka BP.


Vulcanismo più antico dell’eruzione del Tufo Verde dell’Epomeo

TRATTO DAL SITO DELL'OSSERVATORIO VESUVIANO

Sin da 150.000 anni (età delle rocce più antiche datate) si registra attività vulcanica sull’isola, anche se sono visibili in affioramento rocce più antiche di cui non è nota l’età. Verosimilmente esisteva un complesso vulcanico, oggi in buona parte eroso e sepolto, i cui resti si rinvengono principalmente nel settore sud-orientale dell’isola. I prodotti dell’attività successiva alla formazione di questo complesso sono costituiti da piccoli duomi lavici situati lungo le coste dell’isola ed hanno un’età compresa tra 150.000 e 74.000 anni.


Eruzione del Tufo Verde dell’Epomeo (55.000 anni)

ISCHIA, ERUZIONI TUFO VERDE

L’ eruzione, fortemente esplosiva, del Tufo Verde dell’Epomeo è responsabile della formazione di una caldera che verosimilmente occupava la zona in cui oggi si trova la parte centrale dell’isola.L’eruzione del Tufo Verde determinò la formazione di flussi piroclastici che andarono a colmare parzialmente la depressione calderica, frattanto invasa dal mare, ed a ricoprire in parte le zone allora emerse.
Il Tufo Verde depositato in ambiente subacqueo è attualmente esposto al M. Epomeo e si distingue per la tipica colorazione verde dovuta al lungo contatto con l’acqua di mare. Il Tufo Verde depositato in ambiente subaereo, è attualmente esposto al M. Vico, a Sant’Angelo ed alla Scarrupata di Barano, lungo la periferia dell’isola; esso non presenta colorazione verde.


Vulcanismo di età compresa tra 55.000 e 33.000 anni

ERUZIONI ISCHIA 55 mila 33 mila anni

Le evidenze di carattere stratigrafico e strutturale, unitamente alle variazioni composizionali dei prodotti nel tempo, sono state usate per suddividere la storia vulcanologica dell’isola d’Ischia e del suo sistema magmatico negli ultimi 55 ka in tre periodi di attività. Ogni periodo è stato caratterizato da specifici processi di differenziazione ed ha avuto inizio in corrispondenza dell’arrivo nel sistema di nuovo magma, generalmente meno differenziato. Il primo di questi periodi va da 55.000 a 33.000 anni fa.
Dopo l’eruzione del Tufo Verde, l’attività vulcanica è proseguita con una serie di eruzioni esplosive, fino a circa 33.000 anni fa. Le rocce originate nel corso di queste eruzioni sono esposte lungo le falesie tra S. Angelo e Punta Imperatore, a Citara e a Monte Vico. Esse sono attribuite a centri eruttivi che erano ubicati lungo i margini sud-occidentale e nord-occidentale dell’isola.


Vulcanismo di età compresa tra 28.000 e 18.000 anni

ERUZIONI ISCHIA 28 mila 18 mila anni

L’attività vulcanica di questo periodo iniziata con l’eruzione di Grotta di Terra avvenuta circa 28.000 anni fa lungo la costa sud-orientale dell’isola. Successivamente l’attività vulcanica è continuata sporadicamente fino a 18 ka b.p., con l’emissione di magmi trachitici che hanno alimentato eruzioni effusive ed esplosive (magmatiche e freatomagmatiche), con la messa in posto di colate laviche, depositi da caduta e la costruzione di tuff ring e tuff cone.
Le rocce appartenenti a questo periodo di attività sono ben esposte alla Grotta di Terra, Grotta del Mavone, al M. di Vezzi, nell’area di S. Anna e Carta Romana, a M. Cotto, Campotese e tra Punta Imperatore e Sant’Angelo.


Vulcanismo di età inferiore a 10.000 anni

Il terzo periodo di attività è cominciato circa 10.000 anni fa, dopo un periodo di stasi relativamente lungo, ed è proseguito anche in epoca storica con una serie di eruzioni, di cui l’ultima avvenuta nel 1302 d.C. determinando la formazione della colata lavica dell’Arso. Questo periodo è stato caratterizzato da un’intensa attività vulcanica sia effusiva che esplosiva. La maggior parte dei centri eruttivi attivi in questo periodo è situata nella depressione posta ad est del M. Epomeo e comprende Selva del Napolitano, M. Trippodi, Costa Sparaina, area di Cantariello, Posta Lubrano, M. Rotaro, Fondo d’Oglio e Montagnone, Punta La Scrofa, Cafieri, S. Alessandro, Ischia Porto, Vateliero, Cava Nocelle, Molara, Arso e Fondo Bosso. Solo alcuni centri, come ad esempio quelli da cui si sono originati la colata lavica di Zaro e il deposito piroclastico dell’unità di Chiarito, sono ubicati al di fuori dell’area descritta.

(testo e foto tratti dal sito dell’Osservatorio Vesuviano)

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