25 agosto 1938: Ischia è comune unico

Sono anni che a Ischia si parla di comune unico. Una misura che in realtà, qualora dovesse realizzarsi, non rappresenterebbe una novità nella storia dell’isola verde. Negli ultimi anni del fascismo, precisamente a partire dal 1938, i comuni di Barano, Casamicciola, Forio, Ischia, Lacco Ameno e Serrara Fontana erano infatti riuniti sotto un’unica “bandiera”. Questo grazie al Regio decreto del 25 agosto 1938-XVI, n.1648.

Castello Aragonese Ischia da Campagnano
Il Castello Aragonese visto da Campagnano nel 1938.

Prima di scoprire come vennero unite le sei amministrazioni, scopriamo chi governava i comuni ischitani nel 1938, prima del decreto. A Ischia e Barano il potere era in mano, rispettivamente, ai commissari prefettizi Berardino Buonocore e Salvatore Cuzzocrea. Negli altri comuni, invece, ecco i podestà e nello specifico: Antonio Vittorio Conte a Casamicciola, Raffaele Taliercio a Lacco Ameno, Vincenzo Matarese a Forio e Antonio Cortese a Serrara Fontana. 

Ischia comune unico, il testo del regio decreto

Ischia comune unico nel 1938

Entrando nello specifico del comune unico di Ischia, vi riportiamo di seguito tutto il testo del regio decreto. Tutto chiaro già dal titolo: “Riunione dei comuni di Barano d’Ischia, Casamicciola, Forio, Ischia, Lacco Ameno e Serrara Fontana in unico comune con sede municipale e denominazione Ischia“.

Leggiamo il testo:

“Vedute le domande dei commissari prefettizi per la temporanea amministrazione dei comuni di Ischia e di Barano d’Ischia, e dei podestà di Casamicciola, Forio, Lacco Ameno e Serrara Fontana, intese ad ottenere che detti Comuni siano riuniti in unico ente con denominazione “Ischia” e sede municipale in Ischia;

Vedute le deliberazioni in data 7 e 9 aprile 1938-XVI, con le quali gli amministratori dei sei Comuni sopra indicati hanno concordemente stabilito le condizioni della loro riunione;

Veduto il parare favorevole espresso dal rettorato della provincia di Napoli in adunanza del 16 maggio 1938-XVI;

Udito il Consiglio di Stato, Sezione prima (…)

Veduti gli articoli 30 e 35 del testo unico della legge comunale e provinciale (…)

Sulla proposta del Capo del Governo, Primo Ministro Segretario di Stato, Ministro Segretario di Stato per gli affari dell’interno;

Abbiamo decretato e decretiamo:

I comuni di Barano d’Ischia, Casamicciola, Forio, Ischia, Lacco Ameno e Serrara Fontana sono riuniti in unico comune con denominazione “Ischia” e sede municipale in Ischia.

Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserito nella raccolta delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare”.

Comune unico di Ischia: uomini al comando, numero di abitanti e tassazione dell’epoca

A capo del comune unico di Ischia si alternarono dei commissari straordinari, come si legge in “Ischia, l’isola di Mussolini” di Benedetto Valentino. Nello specifico parliamo di Giuseppe Fucci, Erasmo Lombardi, Luigi Pironti e Marino Turchi.

Con l’unione di tutte e sei le amministrazioni, il comune di Ischia contava 30418 abitanti stando al censimento del 1936.  Alla luce di questi numeri si nota la crescita demografica dell’isola da inizio novecento ai giorni nostri: allo stato attuale, infatti, parliamo di oltre 64.000 abitanti sommando la popolazione dei sei comuni. 

Abitanti Ischia 1936
Abitanti dei comuni di Ischia nel 1936

Tassazione. Con i suoi 30 mila abitanti, stando al Testo Unico per la finanza locale del 1931 e alla Gazzetta Ufficiale del 15 febbraio 1939, Ischia venne inclusa nella classe E.

Un’esperienza che durò pochissimo

Spiaggia dei Maronti Barano Ischia anni 40
La spiaggia dei Maronti, Barano anni ’40

Ischia fu comune unico per appena sette anni. A sancirlo il decreto legislativo luogotenenziale n.556 del 21 agosto 1945, denominato semplicemente “Ricostituzione dei comuni dell’isola d’Ischia”. Come si legge sulla Gazzetta ufficiale del 22 settembre 1945, le sei amministrazioni venivano ricostituite “con la circoscrizione preesistente all’entrata in vigore del decreto” del 1938.

Secondo Salvatore Di Costanzo, autore di “Ischia, guida storica”, nella seduta del Consiglio Comunale di Ischia del 4 luglio 1944 vennero fornite le motivazioni di questo ritorno al passato. Si sostenne, infatti, che la delibera con cui si unificarono i sei comuni “era avvenuta sotto la spinta di un prefetto di marca fascista e che pertanto si scioglieva il comune unico”.

Comune unico a Ischia: tanti sostenitori dal dopoguerra a oggi

Il comune unico è uno dei grandi argomenti che da decenni dominano la vita politica e amministrativa dell’isola di Ischia. Già nell’immediato dopoguerra, alcuni sindaci dello scoglio isclano (come Vincenzo Telese) si sono dimostrati favorevoli al ripristino del comune unico, essendo altresì fautori di una unificazione di parte dei servizi dei sei comuni isolani.

Politici e osservatori vogliosi di limitare la frammentazione amministrativa di Ischia hanno nel tempo prospettato anche soluzioni per la diminuzione del numero di comuni. Se in tempi più moderni si è parlato del cosiddetto “comunello” (Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno), al termine del secondo conflitto mondiale furono prospettati due comuni, uno costiero (con Ischia spiccava Sant’Angelo) e uno di montagna (in cui incredibilmente era presente la “marinara” Forio). Tutti progetti mai realizzati.

Il referendum per il comune unico: un buco nell’acqua

Nei decenni il dibattito sul comune unico a Ischia non si è fermato, come si evince dalla costituzione di associazioni come l’ACUII.

È bene chiarire che il tema è di quelli spinosi e vede l’opinione pubblica pesantemente divisa. Da un lato ci sono gli ischitani a favore del comune unico, per avere maggiore voce in capitolo in Campania, in Italia e in Europa (ad esempio in fatto di finanziamenti) e per progettare una crescita uniforme di tutto il territorio. Dall’altro lato troviamo gli isolani contrari a questo ritorno al passato, preoccupati dall’eventuale eccessivo potere nelle mani di un solo sindaco e pochi politici.

Un tema spinoso, tanto che nel 2011 il referendum si risolse con un nulla di fatto: non venne, infatti, raggiunto il quorum necessario. Nello specifico su circa 53 mila elettori votarono in 15 mila, il 28.48%. Guardando alle votazioni, a prevalere fu nettamente il “Sì” al comune unico con una media dell’80%.

La partita, però, non sembra essere finita: nei prossimi anni potrebbe tenersi un altro referendum, in questo caso senza quorum.

25 agosto 1938: Ischia è comune unico

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