Altri tempi, altro pallone nel comune di Ischia. Tra gli anni ’50 e ’60 erano due le realtà calcistiche più importanti del comune “capoluogo” isolano. Da un lato la forte Ischia Calcio di Filippo Ferrandino, che in quegli anni si affacciava in Serie D. Dall’altro la più “proletaria” Isolaverde, protagonista per un decennio circa di derby infuocati e imprese sportive in Prima Categoria, l’attuale Eccellenza. Queste due società, è bene ricordarlo, si fusero nel 1967 e diedero vita alla prima Ischia Isolaverde, quella che poi fallì nel 1998 (negli anni duemila ci fu la rinascita, con tanto di partecipazione in Lega Pro e successivo nuovo fallimento).
Isolaverde, la squadra di Villa de’ Bagni: le origini tra spiaggia e porto
L’Isolaverde era legata a doppio filo al territorio di Villa de’ Bagni («O Uagn»), che corrisponde ancora oggi alla zona che va pressappoco dal porto fino a Piazza San Girolamo. Negli anni d’oro, tra gli anni ’50 e ’60, questa compagine era una sorta di Athletic Bilbao in salsa isclana, essendo rappresentata quasi unicamente da calciatori nati e cresciuti proprio nei pressi del porto, perlopiù giovani pescatori uagnaruoli.
Personaggi, questi, che già prima della nascita ufficiale dell’Isolaverde diedero vita alle prime piccole squadre, allenandosi e giocando sulla spiaggia di San Pietro, vera e propria fucina di talenti anche nei decenni successivi, oltre che sui vari campi di Ischia. Mossero così i primi passi antenate dell’Isolaverde come la Juve Sarti, che si presentava in campo con la classica divisa a strisce bianco nere. Poi nel 1959 la nascita ufficiale dell’Isolaverde e l’inizio – partendo dalla Terza Categoria – di una esperienza sportiva da ricordare.
Il legame con la zona del porto di Ischia si spiegava anche con la denominazione ufficiale della società negli anni della Prima Categoria: Unione Sportiva Portosalvo Isolaverde. Il riferimento è ovviamente alla Chiesa di Portosalvo, che si trova al porto di Ischia e rappresentava uno dei punti di riferimento degli abitanti di Villa de’ Bagni.
Gli anni d’oro dell’Isolaverde: tra talenti e calcio d’altri tempi
Prevalentemente pescatori, o comunque impegnati in lavori marittimi, i giovani dell’Isolaverde erano mossi dall’orgoglio e dalla passione, rappresentando un calcio fondato sul volontariato più puro. Parliamo comunque di grandi talenti, come dimostra il salto dalla Seconda alla Prima Categoria della stagione 62-63. Tra i protagonisti di quelle annate Antonio De Angelis (portiere fortissimo e poi nell’Ischia Isolaverde), Guglielmo Buonocore (padre di Enrico e Massimo), Cenzino “Jair” Di Meglio (attaccante veloce e tecnico), Peppe “Parola” Commitante (soprannome in onore del centromediano della Juventus, poi passato alla storia per la celebre rovesciata degli album di figurine Panini). E, ancora, il centravanti Giovanni Sorrentino (celebre poi nel ruolo di politico e sindaco d’Ischia, noto come “Democrazia”), l’insuperabile difensore Aniello Lauro (anche lui poi all’Ischia Isolaverde), Natalino Di Iorio, l’allora giovanissimo Riccardo De Angelis con il compianto fratello Corrado, Nerino Rotolo e la fortissima ala Natalino Di Iorio (poi trasferitosi negli Stati Uniti).
In questa carrellata di personaggi del passato che fecero parte dell’Isolaverde, è impossibile dimenticare il portiere Gioacchino Taglialatela, vittima negli anni ’80 dell’attentato del Rapido 904. Ecco, poi, il presidente Luigi Di Meglio (il tabaccaio che cacciava di tasca sua i premi partita), l’allenatore Giosué Di Scala, i dirigenti Franchino Arcamone e Del Prete, il massaggiatore “Tubatt”, fino ad arrivare al barbiere Antonio “Picasso”, fanatico tifoso dell’Isolaverde. Tutti protagonisti di una stagione indimenticabile, all’insegna dello sport più vero, della passione e dell’entusiasmo.
Episodi indimenticabili: gli allenamenti all’alba e quella vittoria a Bacoli…
Calcio d’altri tempi, dicevamo. Non stupisce, così, che i volenterosi ragazzi dell’Isolaverde fossero anche costretti ad allenarsi all’alba, quando nel tardo pomeriggio il campo era già occupato dai rivali/amici dell’Ischia Calcio. Non una volta sola, così, gli allenamenti al Rispoli si tennero alle cinque del mattino, con la compiacenza dell’indimenticabile custode Raimondo Manzi.
Insomma, il calcio era importante per questi giovani ragazzi, ma prima di tutto veniva il lavoro e per questo si trovavano soluzioni ardite come gli allenamenti in orari insoliti. Oltretutto, parliamo di un contesto pallonaro in cui – in assenza di sponsor – si guadagnava poco, molto poco. La mille lire a testa era il più classico dei premi partita e arrivava, dunque, solo in caso di vittoria. Fisso, invece, il panino a bordo della nave durante il viaggio di ritorno.
Pochi guadagni dallo sport ma tanta voglia di vincere per questi alfieri del calcio pulito, spensierati anche in trasferte accese come quella indimenticabile di Bacoli. Vittoria per 3-0, pubblico locale inviperito ma gli isolani si dimostrarono tutt’altro che intimoriti, tanto da esibirsi in prolungate e lecite esultanze in occasione delle tre reti.
Il rapporto con l’Ischia Calcio: tra rivalità, collaborazione e un’origine in comune
Tante differenze ma un destino comune nel segno di grandi talenti dal sangue ischitano. L’Isolaverde e l’Ischia Calcio erano società agli antipodi soprattutto a livello organizzativo ed erano spesso protagoniste di stracittadine infuocate. Da segnalare i “derby del Porto” della stagione 1964-65, quando l’Ischia conquistò il passaggio dalla Prima Categoria alla Serie D. Ebbene, nelle due gare l’Isolaverde vendette cara la pelle: nella 13esima giornata d’andata la più quotata Ischia vinse con il più classico degli 1-0 grazie a un gol di bomber Gennaro Illiano (le cronache dell’epoca segnalarono l’ennesima grande prestazione del portiere De Angelis ma anche una traversa del compagno di squadra Sorrentino). Nel match di ritorno, il risultato fu invece fermo sullo 0-0.
Derby ricchi di pathos ma le due squadre si dimostrarono nel tempo molto collaborative sul mercato. Si spiegano così i numerosi scambi avvenuti negli anni: per fare un esempio, già solo considerando l’estate del 1965 dall’Isolaverde passarono all’Ischia il giovane talentuoso Vincenzo Rispoli (poi bandiera del calcio isolano) e il mitico giocatore-allenatore Ciro Barile, mentre fecero il percorso inverso Di Iorio e Commitante, che così si misero alla prova in Serie D.
L’altro, evidente, legame che c’era tra le due società era chiaramente territoriale. Al pari dell’Isolaverde, anche l’Ischia Calcio dell’epoca era fortemente legata alla zona di Villa de’ Bagni. I gialloblu nacquero proprio da quelle parti agli inizi degli anni ’20 e quarant’anni dopo, quando l’Isolaverde veniva fondata, avevano la propria sede in Via Buonocore. Insomma, a due passi dalla spiaggia di San Pietro.
A differenziare le due società era per certi versi il senso di appartenenza al luogo: se nell’Isolaverde c’erano quasi solo atleti nati a Villa de Bagni, l’Ischia Calcio poteva fare affidamento anche su calciatori non ischitani (vedi il caso Bruno Pizzul e tanti giovani cresciuti in società di Serie A), rappresentando in definitiva tutto il comune capoluogo se non tutte e sei le amministrazioni dell’isola.
La fusione tra Isolaverde e Ischia, la prima di una lunga serie
Da un punto di vista burocratico è bene segnalare che nei primi anni la società era denominata semplicemente Isolaverde, scontrandosi in Terza Categoria con molte compagini ischitane come Barano, Aragonese e Portosalvo. Proprio con quest’ultima società ci fu la più classica delle fusioni: da qui la denominazione U.S. Portosalvo Isolaverde.
Alla luce di questo dato, per gli amanti delle curiosità possiamo affermare che la prima Ischia Isolaverde – fallita poi miseramente alla fine della anni ’90 – è stata segnata nella sua storia da vere e proprie fusioni a catena tra Bagnolese, Isolaverde, Portosalvo e Virtus Colonna. Se non è una storia intricata questa…
Tra rinascite e giovanili, una società dalla lunga storia
La storia dell’Isolaverde va divisa in quattro tronconi. La parte più suggestiva iniziò nel 1959 nell’allora Terza Categoria e durò fino alla stagione 1967-68, quando ci fu la già citata fusione. In questo periodo da segnalare promozioni che portarono la squadra ad affrontare in Prima Categoria anche il Lacco Ameno, in cui si distinsero Sorrentino e Buonocore con numerose segnature.
Tirando le somme, furono quasi tutti campionati di medio-alta classifica, come testimoniano il quinto posto nel 1963-64 e la quarta piazza nella 1964-65. Inoltre, a dimostrazione della serietà del progetto, negli ultimi anni l’Isolaverde aveva anche una squadra B in Seconda Categoria.
Tornando alla cronistoria delle società denominate Isolaverde, la seconda parte iniziò nel 1973 e, tra 3a e 2a Categoria e qualche défaillance, andò avanti fino ai primi anni ’90 non riuscendo a ripetere i fasti di un tempo. La terza parte della storia risale alla stagione 99-2000, quando l’Isolaverde scese in campo in 3a Categoria. Negli ultimi anni, infine, la denominazione Isolaverde è tornata nell’ambito del calcio giovanile ischitano.