Un golpe in Afghanistan che vede Ischia protagonista. Un colpo di stato che mostra un’isola verde terra non solo di misteri e storie nascoste, ma anche di intrighi internazionali. Nei primi anni ’70, lo scoglio isclano fu dunque al centro di una vicenda che ha segnato la storia del paese asiatico noto recentemente per guerre e terrorismo.
Dobbiamo tornare al 17 luglio 1973, quando il re Mohammed Zahir Shah (in carica da ben cinquant’anni) si trovava a Ischia per delle cure termali. Nelle stesse ore, in terra afgana si consumava un colpo di stato incruento attuato dal principe Mohammad Daud, cugino dell’ormai ex sovrano. Abbattuta la monarchia, colpevole – secondo Daud – di avere portato la nazione «sull’orlo della bancarotta», nasceva così la Repubblica afgana.
Colpo di stato Afghanistan: il re lo seppe all’hotel Sporting a Ischia
Quando il segretario lo informò del golpe in Afghanistan, il re era a Ischia da quattro giorni. Con il sovrano anche il medico personale e una decina di persone tra funzionari e dignitari di corte. Il gruppo pernottava presso l’Hotel Sporting, a Lacco Ameno.
Nella mattinata di martedì, dopo avere ricevuto la cattiva notizia, Zahir si chiuse prima nel più assoluto silenzio. Solo nel pomeriggio rilasciò brevi dichiarazioni ai giornalisti dell’epoca, ricevuti nella hall dell’albergo lacchese. Successivamente, scortato da una decina di poliziotti in borghese, partì alla volta di Roma. Consapevole, ormai, che il suo (lungo) esilio ebbe inizio proprio a Ischia…
Il mistero dell’agente segreto a Lacco Ameno
Il colpo di stato in Afghanistan in realtà non dovette sorprendere più di tanto Mohammed Zahir Shah. L’ex sovrano venne informato della cospirazione in atto nella giornata di domenica, e quindi 48 ore prima del golpe. A raggiungere Zahir presso l’hotel Sporting fu un agente segreto americano, tale Liberman, che secondo le cronache del tempo avrebbe spiegato i dettagli della difficile situazione in terra afgana. Il re dunque sapeva già del colpo di stato in atto oppure aveva sottovalutato le indicazioni dello 007 americano? Domande senza risposta, quel che è certo è che Ischia fu protagonista nuovamente di un vero e proprio intrigo d’altri tempi.
Zahir, l’esilio a Roma e il ritorno a Kabul
Mohammed Zahir Shah visse in esilio a Roma per la bellezza di 29 anni, alloggiando nel quartiere dell’Olgiata. Nel 1991 subì un attentato ma riuscì a salvarsi. Nel 2002 tornò in Afghanistan e due anni dopo venne proclamato “padre della nazione”. Si trattava di una carica simbolica, il vero presidente era infatti il filoamericano Hamid Karzai. Riprese dimora presso il Palazzo Presidenziale di Kabul, dove morì il 23 luglio 2007.