Licenziata perché troppo vestita. Questa la paradossale vicenda che nel 1987 ha visto protagonista una ragazza tedesca che lavorava presso una nota discoteca di Forio. La giovane donna si sarebbe rifiutata di vestirsi in maniera succinta (un due pezzi), presentandosi con un camice da infermiera: da qui il licenziamento.
La vicenda è stata al centro di una causa posta all’attenzione del pretore del lavoro di Milano, Francesco Canosa. Il pretore ha dato torto alla ragazza. Secondo Canosa, l’ integrità morale deve senz’altro essere preservata, ma dal punto di vista oggettivo un night-club non è un ospedale o una chiesa, e nello stesso tempo il vestito proposto dalla discoteca foriana non era poi così osée.
Il fine istituzionale di un night-club, scrive Canosa, non è quello di elevare gli spiriti dei frequentatori alle altezze della cultura, ma quello molto più prosaico di creare una dimensione di svago e di divertimento, al cui buon esito cooperano normalmente anche la bellezza e la grazia, anche fisiche, delle animatrici del locale. Giudicato dunque legittimo il licenziamento, ma accolte le richieste della giovane tedesca di essere retribuita per il lavoro svolto e di ottenere la liquidazione.