Nel 2010 fece scalpore la decisione del Comune d’Ischia di ordinare lo stop alla musica nei locali a partire dall’una di notte (dal 2013 a partire dalle due). Una decisione, questa, che aveva un precedente illustre. Trent’anni prima, nell’agosto 1980, l’allora sindaco Enzo Mazzella stabiliva con un’ordinanza «che dalle 2 della notte deve regnare la quiete più assoluta. I ritrovi per quell’ora – come si legge su “La Stampa” del 12 agosto 1980 – devono chiudere». Nel primo week-ed di lavoro della Polizia, una ventina di gestori di discoteche e altri ritrovi furono multati per il mancato rispetto delle ordinanze. Ieri come oggi, la domanda era/è sempre la stessa: una disposizione del genere si confà ad un’isola che non può essere legata esclusivamente al turismo termale e, per certi versi, “anziano”?
Nell’operazione “Ischia tranquilla” venivano accomunati gli amanti della vita notturna nei locali e quelli dell’alta velocità. Non a caso nel primo week end di operazioni la Polizia Municipale sequestrò un centinaio di motorini truccati e multò ben 256 conducenti. «Ischia – dichiarò a “La Stampa” il comandante dei vigili – deve tornare ad essere un’oasi di pace».