La storia dell’isola d’Ischia è legata ad artisti e grandi letterati, ma non allo scultore e pittore Antonio Canova (1757-1822). In alcuni testi del primo novecento, il celebre artista è stato indicato erroneamente come Marchese dell’isola d’Ischia: il titolo gli fu sì conferito da Papa Pio VII come ricompensa per aver riportato in Italia opere trafugate per conto di Napoleone, ma in realtà Canova fu nominato Marchese di Ischia di Castro. Questo avvenne nel 1816, quando l’amministrazione laziale portava ancora il nome di Ischia: da qui nasce quello che a tutti gli effetti può essere definito un errore veniale. Come vi abbiamo spiegato qui, solo nel 1872 si iniziò ad utilizzare il nome Ischia di Castro, località che così non poteva essere più confusa con l’isola verde e con il suo omonimo comune.
PILLOLE SU ANTONIO CANOVA. Lo scultore e pittore originario di Possagno è ritenuto il massimo esponente del Neoclassicismo. La sua opera fu fortemente influenzata dall’arte greca, tanto da ricalcare le tecniche degli antichi scultori greci. Lavorò per papi, sovrani, imperatori e ricchi di tutto il mondo: tra gli altri, fu ritrattista ufficiale di Napoleone Bonaparte.
Guardando alla vicina Napoli, opere di Canova sono ospitate presso il Museo archeologico nazionale (vedi la Statua di Ferdinando I di Borbone) e presso il Museo di Capodimonte.