Nel 1826, G.B. De Ferrari scrive la “NUOVA GUIDA DI NAPOLI, DEI CONTORNI DI PROCIDA, ISCHIA E CAPRI”. Questa una parte dello stralcio dedicato a Ischia. Il futuro porto è ancora un lago, che l’autore paragona al vicino Lago Miseno; menzionato l’utilizzo “sinistro” del marrazzo da parte di alcuni isolani dell’epoca. ENGLISH VERSION
COMUNELLO CHIAMATO IL BORGO E LAGO D’ISCHIA
Il viaggiatore arriva ad un piccolo villaggio chiamato il Borgo, oltrepassato il quale, e non molto lungi vi è a destra della via un piccolo lago. Da un’iscrizione tuttora visibile all’ingresso, pare che questo luogo fosse nel 1760 offerto dal Comune d’Ischia al Re Ferdinando per pescarvi. […] Il viaggiatore che già ha veduto mare morto vicino Miniscola[1], osserverà una certa somiglianza fra quello ed il presente lago, nascente dall’esser ambedue separati dal mare per una semplice striscia di terra, ma questo è assai più piccolo dell’altro.
OSSERVAZIONI GENERALI INTORNO ALL’ISOLA E AGLI ABITANTI
[…] Gli abitanti sono generalmente ben fatti, di bella statura, briosi, e più inclinati al vivere attivo di quel che sogliano essere gli uomini dei paesi meridionali; la qual disposizione vien loro probabilmente comunicata dall’ambiente scoperto, continuamente scosso dai venti, e pregno di atomi nitrosi e sulfurei; il loro numero in tutta l’Isola è di 24000 dei quali quattro mila occupano la Città. Buon numero di costoro e di Foriani e di quei di Casamiccia son marinari o pescatori; gli altri si possono dividere in tre classi, cioè proprietari, manifatturieri e campagniuoli, i quali ultimi sogliono sempre portare appesa al fianco una falciuola: noi abbiamo inteso persone rispettabili cui dispiaceva un tal costume, perché quello strumento, ogni qualvolta insorgano dispute fra loro, diviene un’arma pericolosa.
Non è piccolo il numero dei forestieri e dei Signori Napoletani che concorrono ad Ischia per prendere i bagni o le stufe; altri vi si recano per la semplice curiosità di osservare i luoghi dell’Isola più notabili, e la spesa degli uni e degli altri contribuisce alquanto alla prosperità degli Isolani, singolarmente a Casamiccia, ove sono i bagni e le stufe più frequentate. Del rimanente stufe e bagni s’incontrano in quasi ogni angolo dell’Isola, e la loro diversa temperatura ed efficacia offre altrettanti mezzi di cura per un numero eguale d’infermità
Il governo dell’isola, per ciò che spetta all’Ecclesiastico, è affidato ad un Vescovo che risiede a Celso, il giudiziario vi si esercita da due Giudici, uno de’ quali soggiorna al Celso e l’altro a Forio; l’amministrativo finalmente è nei rispettivi sindaci delle comuni, i quali dipendono dalla Sott’intendenza di Pozzuoli.
[1] Il Lago Miseno (vedi qui per una foto)